Articolo 308 - CODICE PROCEDURA PENALE
Massime della Corte Costituzionale
Pronuncia 147/1994Depositata il 21/04/1994
La previsione, nell'art. 308, comma secondo, cod. proc. pen., per cui, scaduto il termine di efficacia - di due mesi dall'inizio della loro esecuzione (art. 308, comma primo) - delle misure interdittive adottate, il giudice puo' disporne la rinnovazione solo se siano state disposte per esigenze probatorie (art. 274, lett. a) cod. proc. pen.) e non, invece, quando siano state disposte per esigenze di prevenzione (art. 274, lett. c)), non puo' dirsi irrazionale. Contro quanto ha ritenuto il giudice 'a quo', infatti, una assimilazione piena tra le due situazioni non appare prospettabile, in quanto, se e' vero che, quando si tratta di misure dirette a soddisfare esigenze istruttorie del processo, la facolta' di una reiterazione del provvedimento puo' trovare giustificazione nella preminenza dell'interesse al buon esito del processo stesso, diversa e' l'ipotesi in cui l'applicazione della misura interdittiva sia legata ad esigenze extraprocessuali di tipo preventivo rispetto alle quali - specie quando, come nella specie, la misura interdittiva consista nella sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio (art. 289 cod. proc. pen.) - il coinvolgimento della competenza di altre autorita' ha richiesto una diversa ponderazione dei relativi interessi e quindi una disciplina volta ad armonizzare, nella salvaguardia delle reciproche sfere, i rapporti tra autorita' giudiziaria e autorita' amministrativa. Come dimostra, del resto, anche l'art. 293 cod. proc. pen., col richiedere che copia dell'ordinanza che dispone la misura interdittiva sia trasmessa all'organo competente a disporre l'interdizione in via ordinaria. Cio' posto, e' chiaro che il problema - anche posto dal giudice rimettente - della eventuale incongruita' del termine di durata della sospensione dall'esercizio dai pubblici uffici, implica scelte di politica legislativa riservate al legislatore. (Non fondatezza, in riferimento all'art. 3 Cost., della questione di legittimita' costituzionale dell'art. 308, secondo comma, secondo periodo, cod. proc. pen.). red.: S.P.
Norme citate
- codice di procedura penale-Art. 308, comma 2
- codice di procedura penale-Art. 274 LETT. C)
Parametri costituzionali
Pronuncia 147/1994Depositata il 21/04/1994
Nella censura mossa all'art. 308, secondo comma, cod. proc. pen., in quanto, non consentendo la rinnovazione, anche dopo la scadenza del previsto bimestre di efficacia, delle misure interdittive (nella specie, della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio o servizio disposte per esigenze di prevenzione (art. 274, lett. c)) puo' rendere necessaria l'applicazione, in luogo di esse - ove l'esigenza cautelare permanga - di una misura coercitiva, anche se sproporzionata, appare del tutto inconferente il richiamo all'art. 25 Cost.. I principi in questo enunciati, infatti, attenendo alla precostituzione del giudice e, piu' in generale, alla riserva di legge in materia di norme incriminatrici e di misure di sicurezza, non offrono dati normativi ai quali ricondurre la specifica problematica proposta dal giudice 'a quo', che e' quella di una restrizione della liberta' personale a suo parere non giustificata ed altrimenti evitabile. (Non fondatezza, in riferimento all'art. 25 Cost., della questione di legittimita' costituzionale dell'art. 308, secondo comma, secondo periodo, cod. proc. pen.). red.: S.P.
Norme citate
- codice di procedura penale-Art. 274 LETT. C)
- codice di procedura penale-Art. 308, comma 2
Parametri costituzionali
Pronuncia 147/1994Depositata il 21/04/1994
Non puo' dirsi che l'art. 308, secondo comma, cod. proc. pen., in quanto, non consentendo la rinnovazione, dopo la scadenza del previsto bimestre di efficacia, delle misure interdittive (nella specie, della sospensione dall'esercizio di un pubblico ufficio e servizio) disposte per esigenze di prevenzione (art. 274, lett. c)) puo' rendere necessaria l'applicazione, in luogo di esse - ove l'esigenza cautelare permanga - di una misura coercitiva anche se sproporzionata, sia viziato da eccesso di delega, per difformita' dal principio di adeguatezza stabilito in materia di misure cautelari, dalla legge n. 81 del 1987. I criteri di adeguatezza e proporzionalita' chiaramente enunciati nella direttiva n. 59 dell'art. 2 della legge di delega, e compiutamente esplicati nell'art. 275 del codice, relativamente alle misure coercitive, devono infatti coniugarsi con quelli posti dalla direttiva n. 65 dello stesso art. 2, che, con specifico riguardo alle misure interdittive, ha espressamente contemplato la predeterminazione di termini di cessazione della loro efficacia, ponendo cosi' un criterio di restrizione, dell'ambito di operativita' dell'istituto, giustamente utilizzato dal legislatore delegato. (Non fondatezza, in riferimento all'art. 76 Cost. - in relazione all'art. 2, nn. 59 e 65, legge 16 febbraio 1987, n. 81 - dell'art. 308, secondo comma, secondo periodo, cod. proc. pen.). - V. la precedente massima A. red.: S.P.
Norme citate
- codice di procedura penale-Art. 274 LETT. C)
- codice di procedura penale-Art. 308, comma 2
Parametri costituzionali
- Costituzione-Art. 76
- legge-Art. 2
- legge-Art. 2
Testo dell'articolo aggiornato secondo le disposizioni legislative vigenti.