Articolo 414 - CODICE PROCEDURA CIVILE
Massime della Corte Costituzionale
Pronuncia 92/2019Depositata il 17/04/2019
Sono dichiarate manifestamente inammissibili, per omessa descrizione della fattispecie di causa e il carattere astratto delle censure, le questioni di legittimità costituzionale - sollevate dal Tribunale di Napoli in riferimento agli artt. 3 e 24 Cost. - degli artt. 414, 415 e 416 cod. proc. civ., nella parte in cui nelle controversie individuali di lavoro non prevedono, a differenza di quanto sancito per il rito ordinario dall'art. 163 cod. proc. civ., l'invito al convenuto a costituirsi nel termine di dieci giorni prima dell'udienza, con l'avvertimento che la costituzione oltre tale termine implica le decadenze di cui all'art. 416 cod. proc. civ. L'ordinanza di rimessione non contiene alcuna descrizione dei fatti di causa e non indica neppure l'oggetto concreto della decadenza, così impedendo di verificare l'effettiva esistenza di un rapporto di strumentalità tra la risoluzione delle questioni e la decisione del giudizio a quo. ( Precedenti citati: ordinanze n. 191 del 2018, n. 85 del 2018 e n. 64 del 2018 ).
Norme citate
- codice di procedura civile-Art. 414
- codice di procedura civile-Art. 415
- codice di procedura civile-Art. 416
Parametri costituzionali
Pronuncia 92/2019Depositata il 17/04/2019
Accolta l'eccezione di inammissibilità, per omessa descrizione della fattispecie di causa e il carattere astratto delle censure, delle questioni incidentali aventi ad oggetto gli artt. 414, 415 e 416 cod. proc. civ., restano assorbite le ulteriori eccezioni di inammissibilità prospettate.
Norme citate
- codice di procedura civile-Art. 414
- codice di procedura civile-Art. 415
- codice di procedura civile-Art. 416
Pronuncia 146/1998Depositata il 23/04/1998
Manifesta inammissibilita' della questione in quanto - posto che il giudice rimettente prospetta quesiti plurimi, ponendo tra gli stessi un legame irrisolto di alternativita', senza un collegamento di subordinazione logica che consentirebbe la delibazione della questione subordinata in caso di rigetto di quella che la precede - la stessa risulta volutamente ancipite. - Cfr., 'ex plurimis', O. nn. 325/1994 e 73/1995. - V., inoltre, S. n. 188/1995. red.: G. Leo
Norme citate
Parametri costituzionali
Pronuncia 1021/1988Depositata il 09/11/1988
PRESCRIZIONE E DECADENZA La incongruita' del termine di prescrizione, come gia' affermato dalla Corte, e' rilevante solo quando questo sia di durata tale da non rendere effettiva la possibilita' di esercizio del diritto cui si riferisce. Nella fattispecie, le modalita' e i tempi della procedura speciale hanno una modesta incidenza sul termine prescrizionale dell'azione per conseguire le prestazioni assicurative previste dalla norma impugnata. Infatti, mentre nel rito ordinario l'interruzione della prescrizione consegue alla notifica dell'atto introduttivo del giudizio, in quello del lavoro - che si applica alla fattispecie in esame - essa deriva dalla notifica del decreto del giudice di fissazione dell'udienza di discussione, decreto che, peraltro, deve essere emesso entro cinque giorni dal deposito del ricorso. Va, comunque, rilevato che l'ordinamento prevede altri mezzi, oltre quello qui considerato, per l'interruzione della prescrizione. (Non fondatezza della questione di legittimita' costituzionale dell'art. 6, u.c., della legge 11 gennaio 1943, n. 138, in riferimento agli artt. 3 e 38 Cost.). - S.n. 110/1982.
Norme citate
- codice di procedura civile-Art. 414
- legge-Art. 6
- codice di procedura civile-Art. 415
Parametri costituzionali
Pronuncia 193/1983Depositata il 29/06/1983
La diversita` di disciplina nel rito del lavoro dell'intervento volontario ex art. 419 c.p.c. e dell'intervento ex artt. 102, 106 e 107 c.p.c. richiamato dall'art. 420 c.p.c. non appare giustificata sussistendo identica esigenza di garantire il diritto di difesa delle parti originarie sia nei confronti dell'interveniente volontario che di quello coatto, che del litisconsorte necessario pretermesso. E' pertanto, costituzionalmente illegittimo - per contrasto con l'art. 24 Cost. - l'art. 419 c.p.c. nella parte in cui, ove un terzo spieghi intervento volontario, non attribuisce al giudice il potere-dovere di fissare, con il rispetto del termine di cui all'art. 415 comma 5 (elevabile a quaranta giorni allorquando la notificazione ad alcuna delle parti originarie contumaci debba effettuarsi all'estero), una nuova udienza, non meno di dieci giorni prima della quale potranno le parti originarie depositare memoria; e di disporre che, entro cinque giorni, siano notificati alle parti originarie il provvedimento di fissazione e la memoria dell'interveniente, e che sia notificato a quest'ultimo il provvedimento di fissazione della nuova udienza.
Norme citate
- codice di procedura civile-Art. 107
- codice di procedura civile-Art. 419
- codice di procedura civile-Art. 420, comma 10
- codice di procedura civile-Art. 416
- codice di procedura civile-Art. 415
- codice di procedura civile-Art. 267
- codice di procedura civile-Art. 418
- codice di procedura civile-Art. 414
- codice di procedura civile-Art. 420, comma 9
Parametri costituzionali
Pronuncia 192/1983Depositata il 29/06/1983
Non e' fondata - in riferimento agli artt. 3 e 24 Cost. - la questione di legittimita' costituzionale del combinato disposto degli artt. 1 l. 23 ottobre 1960 n. 1369, 414 n. 4 c.p.c. e 2697 c.c. (sollevata lamentando che tali norme non abbiano previsto, per l'ipotesi in cui il prestatore di lavoro agisca per far dichiarare l'interposizione di mano d'opera, una eccezione al principio dell'onere della prova incombente sull'attore - con particolare rigorosita' nel processo del lavoro -, ponendo il lavoratore che e' rimasto estraneo alla vicenda interpositiva in posizione di inferiorita' rispetto al datore di lavoro, ed impedendogli di azionare (fruttuosamente) il proprio diritto), in quanto l'eccezione che si pretende di introdurre alla regola generale per cui actore non probante reus absolvitur, con riguardo alla richiesta di modifica del rapporto di lavoro interposto, sostituendo al datore di lavoro apparente colui che da' luogo all'interposizione, non appare giustificata neppure dalla sottolineatura della difficolta' in cui il lavoratore si verrebbe a trovare nel fornire la prova dei fatti estranei alla sua conoscenza, tanto piu' che il giudice del lavoro, ai sensi dell'art. 421 cod. proc. civ. e' fornito di ampi poteri istruttori.
Norme citate
Parametri costituzionali
Pronuncia 40/1978Depositata il 12/04/1978
Questione gia' dichiarata non fondata. - S. n. 13/1977.
Norme citate
- codice di procedura civile-Art. 414
- codice di procedura civile-Art. 416, comma 3
- codice di procedura civile-Art. 416, comma 2
Parametri costituzionali
Pronuncia 22/1977Depositata il 14/01/1977
Vanno restituiti al giudice rimettente gli atti relativi alla questione di legittimita' costituzionale degli artt. 414, secondo e terzo comma, 418, primo comma, 420, primo e quinto comma, 423, secondo comma, 431, primo e ultimo comma, cod. proc. civ. (modificati dall'art. 1 della legge 11 agosto 1973, n. 533, sul nuovo rito del lavoro) - sollevata in riferimento agli artt. 3 e 24 Cost. - non avendo il giudice a quo motivato in ordine alla rilevanza della dedotta questione.
Norme citate
- codice di procedura civile-Art. 414, comma 2
- codice di procedura civile-Art. 420, comma 5
- codice di procedura civile-Art. 431
- codice di procedura civile-Art. 420, comma 1
- codice di procedura civile-Art. 423, comma 2
- codice di procedura civile-Art. 414, comma 3
- codice di procedura civile-Art. 418, comma 1
- codice di procedura civile-Art. 431, comma 1
- legge-Art. 1
Parametri costituzionali
Pronuncia 13/1977Depositata il 14/01/1977
E' da escludere che gli artt. 414 e 416 cod. proc. civ., come modificati dall'art. 1 della legge n. 533 del 1973, nel disciplinare, secondo i principi di concentrazione, immediatezza e semplificazione della procedura a cui si ispira il nuovo rito del lavoro, l'attivita' defensionale delle parti, e relativi poteri e preclusioni, abbiano operato fra di esse discriminazioni che ne incrinino la posizione di parita'. In particolare, e' da escludere che la non tempestiva indicazione, nel ricorso dell'attore come nella memoria di costituzione del convenuto, delle domande, eccezioni, mezzi di prova, documenti ecc., solo per il secondo, e non anche per il primo, sia colpita da decadenza. La lettura sistematica del dato normativo, anche alla luce dei lavori parlamentari, conferma infatti che tale sanzione, benche' espressamente sancita (nell'art. 416) solo per il convenuto, deve ritenersi prevista, sia pure in modo implicito, in base al disposto dell'art. 414, n. 5, e dell'art. 420, anche per l'attore, e va percio' respinta, perche' fondata su una errata interpretazione delle norme impugnate, la censura di illegittimita' costituzionale avanzata in proposito, nei confronti degli indicati articoli del codice di procedura civile, in riferimento agli artt. 3 e 24 della Costituzione.
Norme citate
- codice di procedura civile-Art. 414
- legge-Art. 1
- codice di procedura civile-Art. 416
Parametri costituzionali
Testo dell'articolo aggiornato secondo le disposizioni legislative vigenti.